Il successore di ‘F8’ – il primo lavoro dai tempi di ‘The Way Of The Fist’ senza il chitarrista Jason Hook che è stato sostituito da Andy James - è la dimostrazione che gli statunitensi hanno smarrito del tutto la vena creativa e non sanno più quale direzione seguire, se non quella del Metaverso che pare tanto appassionarli. Col passare degli anni il materiale in studio ha finito per riflettere la loro cronica inconsistenza in sede live e la produzione di Kevin Churko, che a lungo ha rappresentato un punto di forza, è diventata piatta e prevedibile, tanto da penalizzare anche le idee migliori. La scelta di rendere più varia la scaletta e di dare maggiore spazio alle influenze industrial non ha pagato e sono pochi gli episodi che si salvano veramente. Tra questi ‘IOU’, uno dei singoli più efficaci degli ultimi anni, la title track, che ha il pregio di recuperare l’ignoranza di ‘Got Your Six’, e ‘Roll Dem Bones’, dove Ivan Moody fa il verso a Corey Taylor. ‘Welcome To The Circus’ è totalmente inutile anche nella sua natura pacchiana mentre ‘Times Like These’ appare un tentativo disperato di riportare un singolo in cima alle preferenze delle radio. Stavolta dubito che in tour basteranno i versi di Zoltan Bathory e Chris Kael.