Il problema dei Miss May I è un po’ quello di tante formazioni metalcore, soprattutto americane, che fanno a gara a chi picchia di più, si concentrano soltanto sull’impatto e si contendono il produttore in voga per avere il suono più figo di batteria del momento. Nessun dubbio sulle qualità di Will Putney (Fit For An Autopsy), che però il suo meglio curiosamente lo ha dato con band dal profilo più hardcore-punk, e nessun dubbio sul “cazzotto” che arriva allo stomaco dopo pochi secondi. Il cantato di Levi Benton però stanca in breve tempo e la noia si impadronisce della scena, col risultato che anche alcune buone idee ritmiche finiscono per essere vanificate nell’appiattimento generale. Stupisce che SharpTone Records promuova release del genere viste le tante release interessanti dell’ultimo periodo – ‘For All To Blame’ dei 156 Silence, ‘The Things They Believe’ dei Loathe, ‘Hindsight’ degli Emmure, lo split tra Alpha Wolf e Holding Absence e così via - ma evidentemente questo è il suono che vogliono gli appassionati di metalcore oltreoceano e non ci possiamo fare molto. ‘Earth Shaker’ e ‘Unconquered’ i pezzi migliori di un full lenght pretenzioso e del tutto privo di dinamiche interessanti, che per quanto mi riguarda finirà presto negli archivi.