Una straordinaria esperienza symphonic black metal che nel corso degli anni ha assunto caratteristiche ancora più specifiche e disturbanti, rafforzando la struttura melodica, incorporando elementi di musica industriale e venendo gioco forza influenzata dai diversi progetti in cui sono impegnati i vari membri. Il suono di ‘Cosmic World Mother’ è stato ulteriormente evoluto con ritmiche che sfidano i Dimmu Borgir sul loro territorio di guerra abituale e Mathias Lillmåns (Chtonian, Finntroll) in grande evidenza. I due pezzi chiave a mio parere sono ‘The Collector and His Construct’ e ‘Cloud Heads’. Il primo perché setta gli standard dell’intero ascolto, proponendo una produzione nuova e coraggiosa, a cura di Juho Räihä (Swallow The Sun, Before The Dawn), che non segue template predefiniti. Il secondo perché riassume in una sorta di singolo un po’ tutto quello che è il messaggio di ‘As In Gardens So In Tombs’, un album che guarda al passato eppure moderno, tanto viscerale quanto asettico, pungente e strabordante dal punto di vista tecnico. Stupendo l’artwork di Adrien Bousson ed mportante anche il contributo del tastierista Antti Simonen (ex-Obscurant).