Nella presentazione della release si sottolinea l’ampio lasso temporale che il gruppo progressive-heavy jazz rock si è preso per tornare sul mercato. Stian Økland ha avviato una carriera operistica di livello internazionale e Håkon Vinje è entrato negli Enslaved, vedendo di conseguenza i propri impegni moltiplicati. Dopo un lungo processo, seguito dall’inizio alla fine da Iver Sandøy (Enslaved, Wardruna, Sahg..), i norvegesi hanno definito nei dettagli quattro pezzi che segnano un’evoluzione significativa rispetto a ‘City Of The Sun’ e ‘Contrapasso’, La differenza principale risiede nello spazio che è stato riservato agli inseriti melodici e ambientali, tra stacchi ritmici progressive e rifiniture di stampo jazz. In quello spazio l’ascoltatore può lasciarsi andare più di prima e scoprire sfumature tecniche fuori dall’ordinario, senza essere intrappolato in arrangiamenti complessi o strutture troppo articolate. ‘Hunter’ e ‘Ikaros’ sono gli apici di una scaletta che ci auguriamo possa essere trasportata il più possibile dal vivo perché è evidente che i Seven Impale siano un gruppo che abbia bisogno del contatto col pubblico per dare il meglio di sé. Di sicuro ‘Summit’ è un disco che non sfigura al fianco delle recenti opere di Ljungblut, WIZRD e Airbag, nell’ambizioso catalogo di Karisma Records.