I Filistei assiedavano gli Israeliti. Ogni mattina, un Filisteo gigante di nome Golia sfidava chiunque tra gli Israeliti ambisse a combattere contro di lui. Golia era più grosso e alto di chiunque altro, ed era feroce. Indossava una pesante armatura e portava una spada, una lancia e un grande scudo. Per sconfiggerlo servì molto meno di quanto ci si aspettasse ed il mito non ha smarrito il suo fascino in tutti questi secoli. A prenderne spunto sono i canadesi, reduci dalla pubblicazione di ‘Meditations’ e ‘Unconquered’, due dischi con riscontri differenti che però per vari motivi hanno significato molto nella ampia discografia del gruppo death metal. Fin dai primi minuti, ‘Goliath’ si rivela un lavoro in studio bilanciato alla perfezione tra i vecchi valori, il Morrissound sound con evidenti retaggi di Morbid Angel e Death, e influenze moderne, riff djent, parti progressive che sfociano quasi nel metalcore e dinamiche accentuate con l’utilizzo della tecnologia. Alla fine, dopo quasi trent’anni, i Kataklysm non hanno niente da dimostrare e dal vivo sono sempre una macchina irresistibile. L’ingresso del batterista James Payne (ex-Vital Remains, Hiss From The Moat) ha regalato ulteriore energia alla line-up. Maurizio Iacono la guida con l’esperienza del manager e pezzi come ‘Die As A King’ - con evidenti agganci a Ex Deo e Invictus - ‘Bringer Of Vengeance’ non faticheranno a farsi largo nelle playlist di settore. Le registrazioni sono state supervisionate come di consueto da J-F Dagenais ed in seguito il mixaggio è stato eseguito da Chris Clancy, con l’assistenza di Colin Richardson, mentre l’artwork è il solito capolavoro di Eliran Kantor.