In un periodo storico nel quale escono decine e decine di dischi rock finti, scontati dal primo all’ultimo istante, derivativi fino al vomito o addirittura realizzati da progetti che non suoneranno mai dal vivo, la scarica di adrenalina trasmessa da ‘Electric Sounds’ è l’unico modo per sopravvivere. Per chi conosce come la Bibbia la discografia dei canadesi, sarà facile stilare paragoni con capolavori del passato come ‘Never Too Loud’ o ‘Below The Belt’ ma la verità è che il successore di ‘Power Trio’ è un album che si distingue da tutti gli altri pubblicati in passato. Al suo interno c’è tutto ciò che ha reso popolari Danko Jones e John Calabrese ovvero riff giganteschi, chorus orecchiabili, doppi sensi ed una quantità di energia spropositata. Provata a fare un esperimento. Alzate il volume e vedete cosa succede. Alzatelo ancora e ancora.. Assieme a Eric Ratz (Monster Truck, Cancer Bats), il trio completato dal batterista Rich Knox ha ottenuto i suoni perfetti, potenti e moderni ma sporchi quanto basta per ricordarci che dal vivo queste canzoni mieteranno vittime. Nella lista dei crediti troviamo pure Tyler Stewart dei Barenaked Ladies, Damian Abraham dei Fucked Up e Daniel Dekay degli Exciter e credo che pure loro, da quando avranno ricevuto il master, se ne staranno nella loro auto a scuotere la testa come pazzi. O fatti (‘Get High?’). Ad aprire la scaletta sono ‘Guess Who’s Back’ - “Damn, it feels so good. Damn,it feels so nice. It feels so good when you know you're right. And everybody else can kiss my ass” - e ‘Good Time’ - “I’ve spent too much time wasting it all away. But now I know who’s number one. Not gonna waste another day. You only get one shot in life. One chance is all you get. And I’ve missed out too many times. But I’ve got no regrets.” - se una volta iniziato il party non c’è più modo di prendere fiato. ‘She’s My Baby’ e ‘Let’s Make Out’ sono le tipiche canzoni degli autori di ‘Rock And Roll Is Black And Blue’ e ‘A Rock Supreme’, roba da far impallidire i fan degli AC/DC così come quelli dei Gluecifer. Se non sapete chi sono questi ultimi andatevi a fare un ripasso di tutto il garage rock scandinavo già che ci siete.. Turbonegro, The Hellacopters, Nomads, ma anche Backyard Babies, Mustasch, The Hives. È tutto qui dentro. Nel riff portante della title track o nelle sguaiate soluzioni melodiche che faranno saltare per aria le persone ai festival. ‘Eye For An Eye’ grida Danko e quando la terremotante ‘Shake Your City’ chiude la scaletta è impossibile resistere alla tentazione di premere di nuovo il tasto play. ‘I LIKE IT’.