Ha senso un “The Best” da parte di un supergruppo che nel corso della sua non lunghissima storia ha subìto una caterva di mutazioni all’interno della propria line up che, ancora oggi, risulta quasi impossibile ricordarle tutte? Tra avvicendamenti e addii momentanei, sicuramente i cambi più importanti che hanno interessato i Dead Daisies hanno riguardato la figura dei due cantanti che si sono scambiati il microfono. La band è prima partita con l’ottimo John Corabi assumendo una natura molto tradizionale, legata soprattutto a quelle formazioni che hanno fatto la storia tra gli anni settanta e ottanta. Poi, come fulmine a ciel sereno, si è materializzato Glenn Hughes e di colpo il sound dei nostri si è fatto decisamente più duro, quasi heavy metal. Si è capito da subito che si trattava di un vero e proprio “colpo di stato” messo a segno dall’ex Deep Purple che aveva portato i suoi nuovi compagni su territori diversi rispetto al passato. Ad inizio di quest’anno si è materializzato un nuovo colpo di scena con il ritorno di Corabi e con l’abbandono di Hughes, propenso a pensare ai riformati Black Country Communion. Per pubblicizzare il ritorno del figliol prodigo, si è pensato di dare origine a questo catalogo di canzoni vecchie, pubblicate nel corso degli anni, che i fans più accaniti conoscono a memoria. La qualità, riascoltando il disco, è sempre la stessa. Ci sono perle come “Long Way To Go”, “Mexico”, la cover di “Fortunate Son”, “Unspoken”, “Holy Ground” che, davvero, sono dei classici di una bellezza infinita. Per rendere il piatto più corposo sono stati inseriti anche due inediti del periodo Hughes. “Let It Set You Free” è una ballata molto intensa che ci riporta indietro con la mente ai dischi solisti di “The Voice Of Rock”, mentre “The Healer” si rivela il solito pezzo pesante e cadenzato dove la voce dell’autore di “Coffee And Vanilla”, come al solito, fa tutta la differenza del mondo. Due soli brani inediti, dunque, all’interno di un doppio in cui è racchiusa tutta una carriera che sarebbe dovuta, comunque, essere più luminosa e meno tortuosa da un punto di vista degli avvicendamenti all’interno del gruppo. Non so se tutto questo potrà giustificare l’acquisto del prodotto. Ai posteri l’ardua sentenza.