Quello che colpisce di ‘Living In Paradise’ è la sua totale imprevedibilità. Quando inizia il disco l’impressione è di trovarsi di fronte al classico disco di un cantautore con soluzioni ripetute all’infinito e le sole variazioni sul tema dovute dall’inclinazione della voce o dalle atmosfere più o meno cupe. Al contrario Michael Beckett (Super Reverb, Tuesday Weld, Schneider TM) ha saputo prendere spunto da più generi, rendendo la scaletta scorrevole e dinamica. A volte le dita corrono sulle corde della chitarra ed evocano melodie care ai Mumford & Sons, in altri casi la connessione con l’ascoltatore si fa decisamente intima ed in altri frangenti ancora le derive prog aumentano a dismisura. Alcune tracce di ‘Living In Paradise’ mi hanno fatto infatti pensare ai lavori di Petter Carlsen oppure a Rikard Sjöblom's Gungfly. La produzione è stata curata in collaborazione con Dirk Kretz (Old Men Group, Tuesday Weld) e Christian Obermaier (Eagle Boston, The Innits) e il piccolo villaggio, da qualche parte nelle morbide colline tedesche, dove è stato composto il materiale, viene descritto con colori pastello a dispetto di titoli controversi (‘Metamphetamine and Clay’, ‘Swastika Ink’ e ‘Rain, Sleet and Mud’). Un disco intriso nel fascino degli anni settanta, con una componente psichedelica accentuata ma una varietà stilistica rara da trovare in circolazione.