Quando è arrivata in redazione la copia promozionale di questo disco sono rimasto allibito e mi sono messo subito a cercare informazioni sull’artista svedese, scoprendo la sua voluminosa ricerca a livello di linguaggio sonoro. Si è spalancato un mondo. Un mondo che le release di Wardruna, Heilung e Myrkur hanno contribuito a farci conoscere. Le ritmiche sono tribali, l’atmosfera è gelida, proprio come se il rituale si stesse svolgendo in una foresta alle prime ore del mattino, e l’incredibile voce della Hjertén regala in continuazione nuove sfumature. Nella presentazione vengono citati i Dead Can Dance, la pazzesca Kari Rueslåtten, famosa per il suo percorso con i The 3rd And The Mortal ma superba anche nella sua versione solista, e Forndorm. In quest’ultimo caso il motivo è semplice perché Ludvig Swärd ha partecipato alle registrazioni mentre il mastering è stato curato da Tore Stjerna, al Necromorbus Studio dove sono nati tanti masterpiece di metal estremo. Le nove sorelle che vengono svelate nella narrazione dell’album simboleggiano un’invocazione di energia primordiale e contribuiscono a dischiudere una porta psicoacustica verso stati alterati di coscienza. ‘Vägen In’ e ‘Uppsåt’ mettono i brividi ma ognuna delle tracce supporta il processo meditativo e spinge a livelli sempre più profondi di spiritualità e connessione con la Natura e un disco come ‘Nio Systrar’ ha davvero il potere di regalarci qualcosa. Per un’esperienza completa, suggerisco di ascoltarlo mentre si scorrono le pagine, intinte di inchiostro nero e dorato, di Demonologia rivoluzionaria del Gruppo di Nun.