Un grasso riff alla Mötley Crüe ed il tipico stacco di batteria alla Hellacopters, più vivi che mai dopo l’eccellente ‘Eyes Of Oblivion’, seguito da un rapido solo di chitarra, aprono il quinto lavoro degli svedesi. Poi arriva la voce filtrata dell’ex-The Oath Johanna Platow, formosa mogliettina di Nicke Andersson che ama sedersi dietro le pelli come ai tempi degli Entombed, e ‘Fallen Angel’ diventa un pezzo per far resuscitare i morti! Siamo al cospetto del disco più vario in assoluto dei Lucifer, un progetto che pareva destinato ad un paio di dischi e che invece sta ottenendo un riscontro superiore alle aspettative. L’album è una continua citazione dagli anni ‘70 o ‘80 e ‘Riding The Reaper’ addirittura un mezzo plagio dei Blue Öyster Cult, ma il tasso adrenalinico viene mantenuto costantemente elevato e la scaletta è pensata per accontentare un po’ tutti, dagli amanti del doom ai fanatici dell’occult rock, con pezzi più veloci e live-oriented, altri decisamente catartici e anche una ballata dark come ‘Slow Dance In A Crypt’. Quest’ultima è stata promossa, come ‘At The Mortuary’, con un video di Chris Shonting che mi ha riportato alla mente il documentario gotico di Medea Yarn in Otto; or up with dead people di Bruce LaBruce. Uno dei capolavori della cinematografia recente, girato tra l’altro a Berlino, dove la cantante portava avanti il Kill Em All Club, con serate dedicate al metal ed al rock n’ roll. Il colletto da suora e le mani incrociate sul petto dovrebbero essere sufficienti per mettervi sull’attenti e pezzi come ‘A Coffin Has No Silver Lining’ e ‘Maculate Heart’ faranno il resto. Per chi è cresciuto con i Black Sabbath e possiede almeno un poster dei Ghost in cameretta, in attesa che il Satanic Panic tour, che negli States ha visto coinvolto anche Bobby Leibling dei Pentagram, passi dalle nostre parti.