Dopo l’oscuro e pesante ‘Forgotten Days’, il gruppo originario dell’Arkansas ha reso il proprio doom metal ancora più criptico, enigmatico e riflessivo. Non c’è un solo pezzo in quest’album che non debba essere ascoltato a più riprese per scoprire tutti i dettagli, le sfumature, gli spigoli degli arrangiamenti. Ciò è molto bello, soprattutto in un periodo nel quale i dischi non si ascoltano più e dominano i singoli da bruciare in poche settimane e non giorni, ma logicamente anche difficile per chi si avvicina alla proposta con scarsa consapevolezza e poca esperienza in materia. Per tutti gli altri, i fan di vecchia data degli autori di ‘Sorrow And Extinction’ e ‘Foundations Of Burden’ così come per gli appassionati del genere che hanno riconosciuto sempre maggiore credibilità alla scena statunitense, sarà tutto diverso. Magico e glorioso. ‘Mind Burns Alive’ è pensato per loro, per quelle persone che non hanno problemi a trascorrere intere giornate a sorbirsi riff pachidermici, stacchi ritmici giganteschi ed evoluzioni vocali rabbiose. Quelle persone che dopo un concerto si fermano a parlare con i musicisti o gli addetti ai lavori, che vogliono godersi quel momento fino in fondo. Probabilmente a loro ‘Endless Pace’, con i suoi dieci minuti di durata, piacerà da impazzire, ma per il sottoscritto sono la title track e ‘Daybreak’ a rappresentare al meglio i Pallbearer di oggi.