Fatti, non cazzate. Onestà, non giochetti da social network. Gli inglesi tornano nei negozi, a distanza di sei anni dal robusto ‘The Wolf Bites Back’ con un full lenght che segna una certa separazione con l’album precedente e che omaggia un sound immortale come quello della seconda metà degli anni ‘90 senza per questo scadere in forzature o effetti nostalgici deprecabili. Il loro obiettivo è dimostrare di essere ancora in grado di fare la differenza. ‘Science. Not Fiction’ è costruito sui valori di sempre della band, sempre più vicina al classic metal, e prende ispirazione da una serie di influenze diverse, tra cui la spiritualità, la scienza e la religione, oltre alla dichiarata passione per il genere sci-fi. L’orrore cosmico è dietro l’angolo ed i riff degli Orange Gobin martellano come ai tempi degli esordi, accompagnando di volta in volta pezzi più heavy e doom oppure più stoner e puramente rock. ‘The Fire At The Centre Of The Earth Is Mine’ e ‘Cemetary Rats’ sono i singoli che mi hanno convinto di più, soprattutto per la duttilità vocale di Ben Ward, ma ogni passaggio possiede tutte le caratteristiche necessarie per essere incluso in una live set quanto mai bollente. Martyn Millard ha mollato la presa, ma Harry Armstrong non lo fa rimpiangere. Il vinile è strepitoso, Peaceville come di consueto fa le cose alla grande, e contiene anche la bonus track ‘Eye Of The Minotaur’. In costante rotazione nel mio stereo assieme ad un altro ritorno enorme come quello degli earthtone9 di ‘In Resonance Nexus’.