In attesa di ascoltare il nuovo album, di cui abbiamo ascoltato un paio di brani nel magnifico concerto all’Auditorium di San Domenico di Foligno, di spalla ai Crosses, suggerisco caldamente di recuperare il secondo full lenght degli australiani. ‘Under The World’ è infatti un ascolto indispensabile per comprendere come si è evoluto l’alternative rock moderno, appoggiandosi su un’elettronica sempre più invasiva e su influenze post-punk e darkwave direttamente dagli anni ottanta. Matt Campbell e Arezo Khanjani sono dei veri fenomeni negli arrangiamenti. Le loro canzoni sono dirette, dolorose, malinconiche e stratificate. Arrivano al cuore ed alla testa. Subliminali e feroci. Il successore di ‘The Great Sun’ propone ritmiche marziali e sonorità noise digitalizzate in grado di avvicinare gli appassionati di industrial e crossover metal. In generale ‘Under The World’ si rivela un lavoro in studio che spiazza, a partire dall’artwork di Jesse Draxler, ma ugualmente unisce, fonde culture di pensiero differenti tra loro e lo fa poggiandosi su un approccio compositivo unico e originale. Sarà curioso valutare l’ulteriore evoluzione ormai alle porte – nel frattempo abbiamo potuto ascoltare un singolo con Chelsea Wolfe, la cover di ‘Womanizer’ di Britney Spears e la collaborazione con Munky Shaffer e Chris Hunt sul disco dei Venera – consapevoli che fare di meglio di queste registrazioni non sarà affatto semplice.