Ormai da diversi anni, Sumerian Records – fondata da Ash Avildsen ex-cantante dei Reflux e regista di film e serie tv come American Satan e Paradise City – è tra le etichette migliori sulla piazza. Finchè fai uscire i dischi dei Bad Omens è tutto facile perché vendono da soli. La lungimiranza di un’etichetta si vede soprattutto quando punta su nomi sconosciuti. Cinque anni fa infatti nessuno avrebbe scommesso su Rosie Bones e Carmen Vanderberg, poi sono arrivate ‘Pretty Waste’ e la cover di ‘I’m Afraid Of Americans’ di David Bowie ed un successo inaspettato, che ha portato tra l’altro ad una nomination ai Grammy Awards. Adesso per le ragazze è venuto il momento di confermarsi a livelli elevati e ‘Soft’ appare fin da subito un album per ascoltatori dalla mentalità aperta. In scaletta infatti si passa da influenze industrial, un paio di arpeggi ricordano molto Marilyn Manson, a invettive r&b o hip hop, da frangenti di puro pop ballabile e decisamente commeciale a stacchi alternative o addirittura classic rock (nella vena dei Royal Blood per intenderci..) Al di là dei generi o delle categorie, ‘Soft’ risulta un disco estremamente godibile dall’inizio alla fine. Un po’ come successo con ‘Transparent Things’ di Gia Ford, di cui vi parlerò nei prossimi giorni. Le ragazze – per il sottoscritto avevano già vinto quando hanno pubblicato il video dell’opener ‘Bikinis’ - ci sanno sa fare dal vivo e si sente perché dal materiale traspare tanto feeling, emozioni vere, crude, come nella tradizione della musica crossover, ma ricoperte di una vernice pop, che non guasta per niente. Le collaborazioni con Billy Corgan degli Smashing Pumpkins e Mike Shuman dei Queens Of The Stone Age serviranno a vendere meglio il disco, ma non cambiano molto. A fare la differenza è il talento del duo, per giunta dannatamente sexy.