Ci sono dischi che riempono dei vuoti e non solo sugli scaffali. Dischi che riconosciamo immediatamente come propri, anche se magari non sapevamo niente della band in questione fino a qualche giorno prima. L’esordio dei Cemetery Skyline non cambierà le sorti della musica e al momento non sappiamo ancora se avrà un seguito. Mikael Stanne in carriera ci ha abituati a progetti paralleli di qualità e l’eco di ‘Days Of The Lost’ dei The Halo Effect tuttora rimbomba nelle mie stanze. Con i Dark Tranquillity è appena tornato nei negozi dimostrando che il death metal melodico di matrice svedese non ha cessato di evolversi. Neppure il tempo di analizzare a fondo ‘Endtime Signals’ che è arrivato in redazione il promo di ‘Nordic Gothic’ e giuro che mi sono sentito male. Era come se i Cemetery Skyline fossero sempre esistitiv e avessero pubblicato la loro opera definitiva. Un disco che descrive alla perfezione la scena nordeuropea, nella sua passione per il metal e nella sua tendenza a melodie malinconiche, evocative ma di facile presa. Assieme a Stanne troviamo il tastierista Santeri Kallio, assieme a Tomi Joutsen responsabile del cambiamento degli Amorphis, il batterista Vesa Ranta, storico membro dei Sentenced da poco in circolazione anche con The Abbey, il chitarrista Markus Vanhala, già con Insomnium e Omnium Gatherum, e il bassista Victor Brandt dei Dimmu Borgir (ma pure ex-Entombed). Una serie di personaggi che nello stesso studio avrebbero potuto tranquillamente registrare il disco death metal dell’anno e che invece hanno deciso di omaggiare il gothic rock. Più che altro quello degli anni ‘80 di Sister Of Mercy (“In the temple of love hear my name…”), The Mission, Bauhaus, Modern English e Killing Joke, ma con qualche tocco alla Type O Negative o Paradise Lost che non guasta affatto. Una scaletta pazzesca, che schianta letteralmente decine di uscite dark degli ultimi anni e che dal vivo promette meraviglie.