Un basso distorto inaugura una scaletta che possiede tante anime e mette in mostra un profilo tecnico di assoluto rilievo. Sia ‘Through Fire’ che ‘Immersion’ sono serviti per trovare un’identità sonora ma soprattutto elevare il contrasto tra le voci di Jenny Janse e Andy Gaube, che adesso appare molto più funzionale alla struttura compositiva. Anche se è solo un EP, ‘Ghosther’ anticipa quella che sarà probabilmente la svolta sonora di una band capace di muoversi liberamente tra alternative rock, nu metal, djent e pop, con grande cura per i disegni melodici e le dinamiche, ammiccamenti ai classici americani (Linkin Park) ma anche un legame forte con la scena modern metal tedesca (Venues, SETYØURSAILS). Le registrazioni si sono svolte presso i Sawdust Records Studios di Halle, sotto la supervisione di Christoph Wieczorek degli Annisokay, che solo negli ultimi due anni ha collaborato con formazioni del calibro di League Of Distortion, Oceans e Beyond The Black. La base elettronica di ‘Mindset Baby’ è contagiosa mentre ‘Undertow’ e ‘Bleed Me Out’ sono più live oriented, con numerosi cambi di tempo e di stile che le rendono attraenti a tipologie di pubblico differenti. ‘No Tomorrow’ infine è la testimonianza di un songwriting che si è evoluto con l’obiettivo di allargare la fanbase al di fuori degli stretti confini continentali. Non mi stupirei infatti se i Ghosther trovassero ingaggi o feedback positivi negli Stati Uniti, vista la duttilità delle loro canzoni e la capacità di prendere in prestito elementi di richiamo senza mai risultare derivativi.