In Danimarca fanno le cose sul serio e da diversi anni. Parlo di scena, supporto alle band underground, di locali, promozione e festival. In ambito black, post-metal e metalcore sono uscite tante cose interessanti, su tutte i Cabal, ma arrivano anche dischi devoti al passato, ad una cultura del metal estremo che non si è mai spenta. I Neckbreaker mi hanno incuriosito fin dal primo singolo. Non solo perché si vede che hanno l’attitudine giusta, ma perché il loro è un tributo alla vecchia scuola del death che non suona mai nostalgico o revivalistico. Al fianco di invettive care agli appassionati di Morbid Angel, Death e Entombed troviamo una serie di spunti moderni che faranno sicuramente proseliti tra le fasce più giovani di pubblico. Christoffer Bach Kofoed guida una truppa che può contare su basi solide, due grandi chitarristi come Joakim Høholt Kaspersen eJohan Lundvig e una sezione ritimica in grado di mietere vittime dal vivo. Scorrendo le tracce di ‘Within The Viscera’ non vi imbatterete in soluzioni innovative o chissà quale proposta tecnica, però sarete presi continuamente a martellate. Il maggiore punto di forza di questo debutto è che questo è un disco metal punto e basta. Non ci sono stravolgimenti, sorprese o divagazioni in altri territori sonori. Titoli come ‘Putrified Body Fluid’, ‘Unholy Inquisition’ e ‘Face-Splitting Madness’ sono il riflesso di un’anima combattuta e desiderosa di emergere, di una violenza tout-court che non si fermerà davanti a niente. Il materiale per costruirsi una credibilità importante a livello internazionale c’è. Adesso starà a Nuclear Blast saperli promuovere a dovere.