Questo disco ha saputo riportarmi indietro nel tempo a quando il downbeat dominava la scena elettronica inglese. Improvvisamente artisti come Kruder & Dorfmeister (‘The K & D Sessions’), 4 Hero (‘Two Pages’), Roni Size & Reprazent (‘New Forms’), DJ Shadow (‘Endtroducing...’) e tanti altri divennero delle star assolute, al pari dei gruppi e dei dj che col big beat avevano saputo catturare l’attenzione del pubblico mainstream e coniugare le esigenze del dancefloor con quelle della musica rock e della controtendenza culturale, diffusa sia nel mercato europeo che in quello americano. Il terzo lavoro solista di Francesco Zedde, italiano ma residente da tempo in Olanda, combina suoni concreti, campionamenti, atmosfere ambient, glitch e sperimentazione citando Ben Frost come Ólafur Arnalds, Apparat così come Tim Hecker e lo fa con una personalità disarmante, che solo i primi della classe possono vantare di possedere. ‘Fickle’, come ho precisato, è un’immersione nel passato eppure possiede uno stile moderno e innovativo. Propone suoni delicati e avvolgenti ma anche tavolozze espressive sgargianti e in sorprendente dissonanza con ciò che avviene per buona parte della scaletta. É un viaggio e come in tutti i viaggi si percepisce un po’ di timore all’inizio (‘Gamble’). Arriva poi ‘Unfocus’, nata dalla collaborazione con Jacopo Mittino (52 Hearts Wake), e la mente comincia a volare via. In futuro Tacet Tacet Tacet potrebbe seguire i binari canonici della musica IDM, concedere maggiore spazio alle componenti drone e ambient oppure fregarsene di tutto e tutti e continuare a regalare emozioni evitando classificazioni facili. Sinceramente questa terza possibilità è quella che mi auguro si realizzi considerate le qualità tecniche e compositive dell’artista in questione.