A tre anni di distanza da ‘Post Piano Session’ e cinque da ‘Facile’, il tastierista-compositore e co-fondatore dei Subsonica torna nei negozi con un altro avvincente solo album, edito da Sony in un bellissimo doppio vinile. Come suggerito in fase di presentazione, ‘Soloist’ non è solo un disco di piano, né un semplice concerto, un'opera di elettronica o neoclassica: è un viaggio in cui il paradigma sonoro si sposta e si reinventa, sperimentando il punto di incontro tra tradizione e avanguardia. Un'esperienza immersiva di condivisione autentica e connessione intima con chi ascolta che personalmente mi ha ricordato certe cose di Dardust (su tutti ‘Birth’ e ‘Duality’), altro musicista italiano che ha saputo ergersi a livelli importanti nel mainstream partendo dalla sperimentazione in ambito elettronico e, nel suo caso, neo-classico. L’essenzialità del pianoforte viene mantenuta anche quando la manipolazione dei sintetizzatori si fa pesante e gli abiti, scelti dall’artista per mostrarsi al pubblico in modo originale, sfoderano invettive ambientali strumentali, richiamando le atmosfere care a Brian Eno. Un sound design di valore ed il riflesso di laboratori musicali che Dileo ha continuato a tenere nonostante i numerosi impegni con la sua band. In attesa di vederlo alla Sala Vanni di Firenze, pezzi come ‘Short Walk’, ‘BTW’ e ‘Overloarding’ si fissano subito in testa e la reprise di ‘Black Hole Sun’ dei Soundgarden, omaggio all’indimenticata figura di Chris Cornell ed al movimento grunge in generale che traccia un collegamento con l’ultimo lavoro di Fabrizio Paterlini (‘Attitude’), mette i brividi.