Scrivo queste parole con commozione perchè nel mio lavoro difficilmente capita di incontrare persone, musicisti e addetti ai lavori che non scendono mai a compromessi e portano avanti le proprie idee con coerenza e professionalità intatte. Gli Eldritch sono sempre stati tutto questo. Ai miei occhi le alterne fortune del gruppo di Terence Holler rappresentano nel bene e nel male la storia del metal italiano degli ultimi dieci anni con difficoltà ad emergere nel loro caso direttamente proporzionali alla qualità dei dischi pubblicati. Sono passati dodici mesi da "Neighbourhell" che riproneva con forza il nome degli Eldritch sulla sfera europea ed ecco che la formazione toscana torna alla carica con quello che non fatico a definire il miglior disco dai tempi di "El Niño". La lunga lista di ospiti illustri non tradisca. Certo l"apporto di musicisti del calibro di Ray Alder e Nicholas Van Dyk (Redemption) tra gli altri è innegabile ma è la forza della matrice compositiva che fa ancora una volta la differenza. "Blackenday" si sviluppa su toni moderni decisamente di grande impatto senza però trascurare nemmeno per un secondo quel tocco progressive che caratterizzava in modo prepotente le prime release della band e che poi ha accompagnato le altre svolgendo sempre un ruolo importante. "The Deep Sleep" e "The Blackened Day" i pezzi che riconsegnano gli Eldritch alla storia mentre "Rumors" e "Shallow Water Flood" scherzano con un futuro che speriamo possa sorridere per una volta a chi davvero se lo merita.