Come nel caso di "Alpha" si ha l"impressione che i Sevendust non riescano più a evolversi, a superare quanto raggiunto con dischi del calibro di "Home" e "Seasons". Niente di male per carità visto che comunque il gruppo di Atlanta si eleva sempre su ottimi livelli ma un po" di amaro in bocca resta. "Chapter VII – Hope And Sorrow" è un disco meno pretenzioso e più monolitico del precedente, con una produzione maggiormente hard rock e la presenza dei Mark Tremonti e Miles Kennedy degli Alter Bridge a rendere canzoni quali "Hope" e "Sorrow" appuntamenti da non perdere. L"album si apre ("Inside") e si chiude ("Walk Away") come ci si potrebbe attendere dai Sevendust. Niente più e niente meno. In seguito la differenza col passato la fanno gli ospiti (parecchi dubbi sul vincitore di "American Idol" Chris Daughtry che fa capolino in "The Past") e il migliore singolo da anni a questa parte intitolato "Prodigal Son". Disumane come sempre le prove tecniche di Lajon Witherspoon e Morgan Rose ancora una volta di un"altro pianeta rispetto agli altri e a tanti colleghi che hanno avuto più fortuna in carriera. Nei crediti del disco appare ancora Sonny Mayo che ha però ceduto nuovamente il posto al redivivo Clint Lowery. La famiglia si ricompatta, un altro album è nei negozi e il futuro sarà corredato di tanti altri concerti. Speriamo davvero sia la volta buona di vederli in Italia perché non saranno belli a vedersi, venderanno quanto basta per divertirsi e sopravvivere e non avranno le pretese dei ragazzetti che vediamo sulle televisioni commerciali ma di gruppi come questo ce ne sono pochissimi in circolazione.