1. Little Lucid Moments I) Lawned (Consciousness Causes Collapse) II) A Hoof to the Head III) Hallucifuge (Hyperrealistically Speaking...) IV) Sweet Oblivion / Perfect Sense 2. Year Zero 3. She Left on the Sun Ship Featuring Confusion is Kjeks & (I think) I Feel Better Now... 4. The Alchemyst
Songs
1. Little Lucid Moments I) Lawned (Consciousness Causes Collapse) II) A Hoof to the Head III) Hallucifuge (Hyperrealistically Speaking...) IV) Sweet Oblivion / Perfect Sense 2. Year Zero 3. She Left on the Sun Ship Featuring Confusion is Kjeks & (I think) I Feel Better Now... 4. The Alchemyst
Se godere fosse un reato i Motorpsycho mi avrebbero fatto incarcerare tante di quelle volte che non basterebbero le dita delle mani per contarle. "Little Lucid Moments" raggiunge la mia scrivania due anni dopo "Black Hole/Black Canvas" disco fantastico che ancora oggi fatico a comprendere in tutte le sue sfumature e che ha rappresentato la consacrazione sperimentale-stoner di un gruppo nella sua fase di maggiore ermeticità espressiva. Da un lato pare evidente come l"ingresso in formazione di Kenneth Kampstad abbia portato nuova energia e potenza alle lancinanti progressioni della band di Trondheim. Dall"altro le loro composizioni sembrano tornate a devastare timide e dissonanti gli angoli della nostra anima riportando alla memoria i cari momenti di "Timothy"s Monster" e "Blissard". Nella eco di questi quattro pezzi si nasconde però una veemenza psichedelica e southern che quei dischi non possedevano se non in piccola parte. Le figure di Bent Sæther Snah Ryan emergono livide minuto dopo minuto come una lenta onda che cresce e non rallenta mai condizionando canzoni che ruotano all"infinito attraverso percorsi circolari viziosi. La straordinaria traccia che dà il titolo all"album recupera gli anni settanta e certo post punk di oggi mentre la seguente "Year Zero" rende omaggio alla musica degli stati sudisti. Senza distinzione di colore i Motorpsycho abbracciano il jazz-rock come i Lynyrd Skynyrd e gli Allman Brothers e il cerchio più assurdo che si possa concepire si chiude magicamente. Ecco allora che ci imbattiamo in "She Left On The Sun Ship" epica progressione stilistica tra passato e presente di un gruppo ormai entrato nella storia che infine si concede il vezzo di seppellire i pur enormi Witchcraft con "The Alchemyst" delimitazione di un regno acido che chiunque, fatto da capo a piedi, avrà avuto il piacere di visitare almeno una volta nella vita. Frammenti di entusiasmante lucidità.
1991: Lobotomizer 1993: Demon Box 1994: Timothy's Monster 1996: Blissard 1997: Angels And Daemons At Play 1998: Trust Us 2000: Let Them Eat Cake 2001: Phanerothyme 2002: It's A Love Cult 2006: Black Hole/Blank Canvas 2008: Little Lucid Moments 2009: Child Of The Future 2010: Heavy Metal Fruit 2013: Still Life With Eggplant 2014: Behind The Sun 2016: Here Be Monsters 2016: Here Be Monsters Vol. 2 2017: Begynnelser 2017: The Tower 2019: The Crucible 2020: The All Is One 2021: Kingdom Of Oblivion 2022: Ancient Astronauts