Svelarsi al mondo talvolta è sintomo di coraggio. In altri casi una timida consapevolezza del proprio talento pare emergere dal nulla quasi fosse rugiada che improvvisamente bagna i nostri prati immaginari al crescere del sole. É un disco meraviglioso quello di Mariusz Duda, uno di quei piccoli tesori che serbiamo per tutta la vita in un cassetto timorosi di esporli alla luce. La mente dei Riverside ha profuso in queste dieci tracce le delittuose visioni sonore che per un motivo o l"altro erano rimaste fuori dal rigido copione di "Rapid Eye Movement". Ecco allora il cantante polacco abbracciare venti d"oriente, influenze etniche, crogiolarsi su passaggi acustici di eterea bellezza e imporre un incedere secco e inesorabile a canzoni che sembrano confluire l"una nell"altra. Lo spettro dei Porcupine Tree appare nella toccante "Summerland" mentre nella traccia che dà il titolo all"album affiora il sapore melodico dei fratelli Cavanagh e il cerchio pare chiudersi. Col passare dei minuti il viaggio si incupisce, perde contatto con la realtà e trova in "The Final Truth" e "Waiting For The Dawn" la morte di ogni respiro. Facciano ammenda coloro che ancora non avevano dato credito ad un musicista di questo calibro e sappiano che un"anima lunatica può rivelare segreti preziosi.