Ci sono eccelsi artisti che attraverso un ritratto sono in grado di dipingere l’anima più profonda del suo soggetto. Poi c’è Leonardo e il suo poliedrico genio, c’é la Cappella Sistina di Michelangelo e la divina perfezione dei suoi infiniti dettagli. Ci sono ccellenti interpreti che portano al suo zenit un genere musicale. Poi ci sono i Between The Buried And Me. Semplicemente imbarazzante. Mi riferisco al tasso tecnico ed al genio artistico con cui la band del North Carolina ha intriso ‘The Great Misdirect’. Non un semplice ritratto, ma una colossale opera con decine di ritratti, migliaia di dettagli ed altrettante emozioni al suo interno. Prog, death metal, folk, doom, lounge, rock, metalcore e jazz. Si fa prima a dire i generi non citati da questo album che elencarne quelli mirabilmente eseguiti in sei sole tracce. Se la Creatura del Dott. Frankestein, pur racchiudendo molteplici fisionomie splendide quando individualmente osservate, nel suo complesso appariva oscena, ‘The Great Misdirect’ finisce per impressionare l’ascoltatore più attento grazie all’inaspettata coesione del suo insieme, pur nella sua pazza sinfonia di suoni, nelle sue imprevedibili sessioni ritmiche, nelle interpretazioni vocali che, nonostante nulla abbiano a che spartire le une con le altre, in conseguenza di chissà quale miracolo, formano un puzzle compiuto ed armonicamente ineccepibile. Virtuosismi mai fini a loro stessi, esecuzione votata all’appassionata ricerca di nuove soluzioni musicali: nell’appropriarsi della personalità di molti, i Between The Buried And Me riescono a costruirsi per l’ennesima volta un’identità propria, di raro valore. L’apice è sicuramente ‘Swim To The Moon’. Mille oscure maschere che si congiungono per delineare un volto dalle angeliche fattezze...