Se per un motivo o l"altro il talento di Stephen Richards e Jarrod Montague non è ancora emerso del tutto buona colpa ce l"avrà sicuramente l"industria discografica. Il resto va addebitato al gruppo di Ann Arbor che non ha saputo dare continuità alla propria proposta e adesso, terminato il suo rapporto con la pessima Atlantic, si ritrova a ripartire quasi da capo. L"aiuto pervenuto dai proprietari della Victory ha permesso ai ragazzi di rimboccarsi le maniche e tornare all"aggressività degli esordi con richiami nemmeno troppo velati a "Gift" e ai primi due dischi dei Deftones. "Now Rise" e "Game Over" ci sorprendono fin dall"inizio per la loro carica e uno spessore compositivo che il gruppo ha nelle sue corde. Pur avendo compiuto un deciso ritorno alle origini il periodo più alternative della loro carriera non viene gettato al vento e il primo singolo estratto dall"album, "Fractured (Everything I Said Was True)", ne guadagna eccome. Spettacolari anche "Release Me" e "Words Don"t Mean A Thing" che permettono al cantato di elevarsi in tutta la sua grandezza ma tengono in debita attenzione anche una sezione ritmica devastante. Allo stesso tempo brani come "Stolage" e "Trophy Wifi" con i loro cambi di tempo e ritornelli irresistibili sono destinati a divenire dei classici dal vivo.