Un trionfo estremo. Una moltitudine di sonorita' viscide e ferali. I Septic Flesh riescono a parlare col maligno, farsi guidare nel subdolo viaggio attraverso l'umanita' e distinguersi tra decine di cloni per talento smisurato e capacita' espressive ineluttabili. 'The Great Mass' appare l'apice della loro discografia ma potremmo essere smentiti tra un paio di anni considerata l'ascesa sistematica della formazione greca. Lo splendido artwork di Spiros Antoniou accompagna l'incedere malato di un disco che svolge alla perfezione il suo compito, collocandosi tra le migliori uscite death degli ultimi tempi, ma allo stesso tempo abbraccia elementi gotici, citando Paradise Lost e Sopor Aeternus, traccia un filo conduttore con la drammatica orchestralita' dell'apocalisse e esibisce una visione di insieme talmente grande da spaventare. Quanto offerto in 'Communion' viene esaltato da una matrice avanguardistica, che a tratti richiama alla mente gli Arcturus di 'Aspera Hiems Symfonia', e quello che ci troviamo tra le mani e' una rovinosa manciata di tracce sublimi tra cui spiccano 'A Great Mass Of Death', 'Pyramid God' e 'Oceans Of Grey'. Una prova superata col massimo dei voti alla quale ha contribuito con la consueta infinita grandezza Peter Tägtgren degli Hypocrisy.

We offer the sun
The wolf is wearing the pelt of the lamb