Il nuovo anno viene inaugurato da un grandissimo ritorno per tutti gli appassionati di brutal death. Sono trascorsi quattordici anni da 'The Necrotorous Chronicles' eppure il ricordo del marciume sonoro prodotto dallo storico demo non era mai stato tanto forte. Insieme a Jacob Hansen (Pestilence, Hatesphere) il gruppo belga è riuscito a superare qualunque limite imposto in passato offrendo alle stampe un settimo lavoro in studio da lacrime. 'Omega Mortis' introduce l'ascoltatore nei meandri di un suono caotico eppure estremamente razionale, le tredici composizioni in questione svelano una tecnica di base fenomenale e il contributo di personaggi del calibro di Trevor Strnad (The Black Dahlia Murder), Jason Netherton (Misery Index), Keiijo Niinima (Rotten Sound) e Julien Truchan (Benighted) non è mai fine a sé stesso ma rientra un piano di distruzione predefinito. La title track e 'The Origin Of Disease' ? non a caso scelta per il video promozionale ? sono i pezzi più legati al passato mentre il songwriting si fa più elaborato e dissonante in corrispondenza di brani quali 'Fecal Forgery' e 'Expurgation Euphoria'. Rispetto a 'Strychnine.213' l'unico superstite è il fondatore Sven 'Svencho' de Caluwé ma il chitarrista Eran Segal, proveniente dai WhoreXCore, si rivela un acquisto prezioso. 'Our Father, Who Art Of Feces' è una porta spalancata sul grindcore del futuro. Sta a voi decidere se seguire o meno questi deviati discepoli del signore.