01. Monument
02. Hell Freezes Over I
03. Hell Freezes Over II
04. Black Lily
05. Gold Star
06. Hell Freezes Over III
07. Mary Celeste
08. What Did I Do?
09. Golem
10. The Dumb
11. Hell Freezes Over IV
Songs
01. Monument
02. Hell Freezes Over I
03. Hell Freezes Over II
04. Black Lily
05. Gold Star
06. Hell Freezes Over III
07. Mary Celeste
08. What Did I Do?
09. Golem
10. The Dumb
11. Hell Freezes Over IV
Alla ricerca dell'eccellenza i norvegesi confezionano un altro album sublime dopo il concept dello scorso anno invadendo ambiti come shoegaze e post rock. Rispetto a 'Missa Atropós' le differenze sostanziali sono due. Intanto non c'è una storia unica a legare i brani tra loro ma diverse storie collegate da un tema ricorrente. Il protagonista di 'March Of Ghosts' è ossessionato da fantasmi e figure ambigue che lo possiedono al fine di raccontare le proprie vicissitudini e questo contribuisce a ricoprire l'intero ascolto di un velo di mistero. Un altro aspetto importante da sottolineare è come il cantato di Jan Henrik Ohme e le parti di chitarra di Jon-Arne Vilbo abbiano svoltato decisamente verso i Radiohead di 'In Rainbows'. La malinconia trasmessa dalle quattro sezioni in cui è suddivisa 'Hell Freezes Over' è travolgente e la produzione si allontana dal marchio wilsoniano che era apparso un po' su tutte le release della Kscope negli ultimi anni. 'Black Lily' e 'Gold Star' sono vette inarrivabili per chiunque, tracce che confermano una maturità compositiva imbarazzante e qualità espressive non da tutti. La poesia, la musica, l'arte. I Gazpacho non fanno sconti e cercano di raggiungere i risultati migliori in ogni campo li sia permesso muoversi. 'Mary Celeste' è invece il pezzo più legato al passato, quando fumi di Marillion, Camel e Madrugada si estendevano nella loro sala prove e ancora di nu prog non si parlava. Se un gruppo di questo spessore non ha ancora ottenuto il successo su scala internazionale significa che il mondo gira davvero al contrario.