Uno sballo totale il successore di 'Modern Bodies' che riporta alla luce la malsana creatura di Leeds dopo un assurdo cambio di nome e il pazzesco 'Mindhammers'. Anche chi ha amato i Chickenhawk come il sottoscritto non potrà che rimanere travolto dal delirio sonoro di un album che inizialmente si muove come se fossero i Kyuss ad imbracciare quei consumati strumenti e poi polverizza qualunque certezza esaltando le commistioni meno scontate tra noise e alternative. 'Ideas' appare un cumulo di stralci armonici impazziti, intramezzi vocali da urlo, vorticosi giri di basso e batteria che sbattono in faccia all'ascoltatore la pochezza della propria esistenza. Quando si pensa di avere finalmente compreso cosa fanno gli Hawk Eyes gli inglesi mutano rotta improvvisamente e picchiano duro, calcificano il loro pensiero, lasciano un segno che rimane indelebile. Si parte con 'Witch Hunt' e 'Skyspinners' che avrebbero fatto la loro figura su 'Songs For The Deaf' dei Queens Of The Stone Age per poi ritrovarsi ammutoliti di fronte alle derive melodiche di 'Headstrung' oppure alle caotiche 'Yes, I Have Some', 'You Deserve A Medal' e 'Milk Hog'. Nella spaventosa 'Hollywood Sweatshop' si avvertono echi di System Of A Down mentre 'The Meeting' è figlia di un generazione che ha conosciuto il significato del termine ?post? prima ancora di avere abusato a dovere degli archivi dei genitori. Da brividi la performance dietro al microfono di Paul Astick ma sarebbe ingiusto sottolineare le qualità di un solo membro all'interno di un collettivo che ha nella ferale compattezza il suo punto di forza maggiore. Un disco ipnotico, spiazzante, straordinario che dimostra come si possa combattere l'ottusità delle regole che ancora valgono in questo ambiente. 'Ideas' non propone solamente possibili soluzioni ma vere e proprie vie di uscita per chi ha scelto di non arrendersi e sputare sangue fino all'ultimo istante.