In Case We Die
Architecture In Helsinki
Tailem Bend/Bar-None
Songs
1. Neverevereverdid
2. It'5!
3. Tiny Paintings
4. Wishbone
5. Maybe You Can Owe Me
6. Do the Whirlwind
7. In Case We Die (parts 1-4)
8. Cemetery
9. Frenchy, I'm Faking
10. Need to Shout
11. Rendezvous : Potrero Hill
12. What's in Store?
Songs
1. Neverevereverdid
2. It'5!
3. Tiny Paintings
4. Wishbone
5. Maybe You Can Owe Me
6. Do the Whirlwind
7. In Case We Die (parts 1-4)
8. Cemetery
9. Frenchy, I'm Faking
10. Need to Shout
11. Rendezvous : Potrero Hill
12. What's in Store?
Il secondo lavoro di questa band australiana, composta da ben otto menti, piuttosto bizzarre e creative, è un geniale ‘melting pot’, probabilmente il più originale del 2005. Troviamo di tutto; dai più diversi strumenti a corda, come banjo e viola, a suoni/rumori di giocattoli, cocci di terracotta. Da strumenti tradizionali a voci bianche, cori spensierati. C’è una logica in tutto questo? Non sembra proprio. Tutt’altro. Una logica nel non seguire la logica, nell’essere quanto più fuori dagli schemi e da quello che la forma canzone tipica può contenere. Ne è un chiaro esempio il brano di apertura, ‘Neverevereverdid’:un susseguirsi di effetti, sequenze, scenari, suoni, colori completamente l’uno opposto all’altro. La sperimentazione è molto più tangibile in questo secondo lavoro rispetto al primo che presenta sonorità più pop rock anni’80. L’atmosfera qui è più allegra e gioiosa; vedi pezzi come ‘Wishbone’. Molto molto orecchiabili ‘It’s 5’ e ‘Do The Whirlwind’. Un ottimo compromesso di pezzi psichedelici e semplici allo stesso tempo. Le influenze dei Talking Heads sono evidenti così come quelle dei Cornelius e degli Arcade Fire per quanto riguarda band più recenti. Un disco da ascoltare e riascoltare in cui riesci a scoprire ogni volta quel qualcosa in più.
Architecture In Helsinki
From Australia
Discography
Finger Crossed (2003)
In Case We Die (2005)
We Died, They Remixed (2006)
Places Like This (2007)