1- Still
2- Into The Waves
3- Shipwrecked
4- The Siren
5- Octagon
6- Chaser
7- The Oracle
Songs
1- Still
2- Into The Waves
3- Shipwrecked
4- The Siren
5- Octagon
6- Chaser
7- The Oracle
In redazione ci deve essere stata un?invasione di dischi tutti uguali. O meglio molte case discografiche e band si sono messe d?accordo ad inviare tonnellate di materiale che ha un unico comune denominatore sonoro. Il doom ed i suoi derivati. Per fortuna da tanto marciume a volte si pesca anche qualche perla. E? il caso di ?1634? degli olandesi Ortega. Uscito nel 2010, interamente autoprodotto ed andato esaurito in un colpo di cassa ai loro concerti, la sempre attenta Aestethic Death lo ristampa facendo cosa buona e giusta e regalando visibilità ad un ?opera che vale la pena di amare. Partendo appunto da un teorema doom di ultima generazione - vedi Neurosis, Isis e Cult Of Luna - gli Ortega riescono a sviluppare un percorso musicale molto personale e tentano con successo, di rapire l?ascoltatore con tappeti chitarristici struggenti ed arrangiamenti vocali - in ?The Siren? ricordano i Pink Floyd di ?Meddle? - che evidenziano la loro vena rock prog. Il tutto confluisce in un drammatico finale con violino schizofrenico ed esplosione debordante di voce in growl. Nulla di trascendentale. Certo, ma è il modo con cui viene interpretato e riveduto il genere. Con un trasporto emotivo che ci lascia disarmati. Un tuffo emotivo che fa male e che tocca il cuore, l?anima e la pancia. Riescono ad interagire con altre correnti musicali senza troppo strafare, mettendo l?arrangiamento giusto al posto giusto nel momento giusto (?Into the wawes?). Ricordano nelle lunghe suite i sempre grandi Callisto di ?Neonoir?. ?Octagon? ci riporta alla memoria paesaggi incontaminati, foreste imbiancate da coltre e cumuli di cenere lavica. Mentre ?Chaser? interrompe il mood per esplodere in ritmiche quasi death metal con un growl efficace che ci riporta alla mente le gesta degli Opeth di ?Blackwater park?. Non possiamo rimanere indifferenti a così tanta grazia, così tanta attenzione nei particolare ma soprattutto, non possiamo rimanere indifferenti a così tanta drammaticità ed emotività in musica.