Mi sveglio dopo una notte insonne. Qualche linea di febbre ed il lavoro che impone di essere lo stesso vigili. La giornata inizia però stranamente bene. Il nuovo singolo dei Limp Bizkit con Lil Wayne, il vinile limitato dei Deftones per il Record Store Day e questo solido ritorno dei Sevendust sono riusciti per un momento a farmi credere che il fervore del crossover potesse tornare quello di una volta. Magari non sarà così ma 'Black Out The Sun' è davvero il migliore disco del gruppo di Atlanta da diversi anni a questa parte. Non solo Lajon Whiterspoon non cantava così bene dai tempi di 'Seasons' ma ogni riff di Clint Lowery e John Connolly lascia il segno senza smarrirsi tra involuzioni trendistiche ed il desiderio di ottenere un riscontro commerciale allargato che ormai appare un miraggio. In tutto questo l'incedere percussivo di Morgan Rose rappresenta una garanzia e canzoni come 'Till Death', 'Decay' e 'Mountain' sono il mix perfetto tra aggressività, rancore ritmico e linee melodiche corpose. La scaletta è priva di filler e dalle iniziali 'Memory' e 'Faithless' si assiste ad un crescendo spaventoso che culmina con la superba 'Picture Perfect', forse il passaggio più legato al precedente 'Cold Day Memory', e 'Murder Bar', ispirata all'albergo del New Jersey dove la band ha soggiornato durante le sessioni di registrazione effettuate con Mike Ferretti. Chissà se la giornata proseguirà bene. Per il momento mi sento più giovane di dieci anni.