Chris Reifert è un'istituzione del death metal e non farebbe nulla per tradire la sua fama. Lo dimostra anche stavolta con un disco che ricalca alla perfezione quanto espresso attraverso 'Macabre Eternal'. La reazione a dir poco entusiasta scatenata da tale ritorno ha spinto a non cambiare in pratica nulla di una formula vincente sebbene lontana anni luce dalle richieste commerciali delle etichette più ambiziose. La collocazione degli Autopsy nel movimento estremo rimane solida e canzoni come 'Mangled Far Below' e 'Coffin Crawler' non sfigurano affatto al confronto dei classici della discografia. Il selvaggio drumming dello scatenato leader esalta il guitar work puntuale di Eric Cutler e Danny Coralles, 'Slaughter At Beast House' sembra una versione accelerata di 'Black Sabbath' mentre elementi doom e gore ammorbano una scaletta irrequieta conclusa da uno splendido strumentale. Niente di meno e niente di più di quanto era lecito attendersi da una band che non passerà alla storia per avere vinto grammy o venduto milioni di copie ma seconda a nessun'altra in quanto ad attitudine e fedeltà al proprio credo.