La querelle sui Mayhem privi di Blasphemer non è tanto sulle qualità artistiche del loro quinto full lenght quanto sull'effettiva capacità di terrorizzare come un tempo. Questo è un peccato perché in questo modo addetti ai lavori ed una buona parte di pubblico rischia di perdere di vista quella componente avanguardistica ed evolutiva che rende imperdibili alcuni passaggi spettrali di 'Esoteric Warfare'. Le grida inumane di Attila Csihar ed un misterioso concept bellico segnano il ritorno dei maestri del black metal a sette anni da 'Ordo Ad Chao' con Morten ?Teloch? Iversen che impiega pochi minuti per ergersi subito assoluto protagonista della scena. 'Watcher' e 'Psywar' riportano alla mente le litanie ossessive di 'Grand Declaration Of War', 'Pandaemon' e 'Throne Of Time' faranno sobbalzare i vecchi fans mentre l'accoppiata formata da 'Corpse Of Care' e 'Posthuman' mostra un elevato grado di sperimentazione ed esalta le doti indiscutibili di Hellhammer. Un mostro dietro le pelli non può però bastare di fronte alla scarsità di idee degli altri membri ed invece i norvegesi provano di essere oltremodo intelligenti con soluzioni che non tradiscono l'era che li ha resi celebri nel mondo e sfruttano il mixaggio moderno effettuato presso i Mølla Studios di Gjerstad. Lasciate riposare in pace Dead e Euronymous. I Mayhem non hanno più bisogno di loro.