Una delle copertine più belle dell'anno introduce l'ascoltatore al secondo full lenght di questa band di San Francisco dedita ad un mix ferale tra deathcore, shoegaze e black metal. Il vero punto di forza della proposta sta nell'imprevedibilità visto che anche quando ci si abitua a certi stacchi atmosferici, tra Deafheaven e Jesu, il tessuto compositivo riserva sempre sorprese. Inoltre il tasso tecnico dei protagonisti in questione è superlativo e pezzi come 'Starlit Path' e 'The Night Reveals' mettono in luce il guitar work di Scott Carstairs e dell'ultimo arrivato Brian James. Non fosse sufficiente fatevi un regalo e cercate in rete i due demo registrati prima di 'The Harvest Wombs' e vi renderete immediatamente conto del potenziale dei ragazzi. 'Carved From Stone' è forse il pezzo più legato all'esperienza sonora precedente, peraltro intervallata dall'ep 'Nomadic', mentre 'Sapphire', non a caso scelto come singolo sul web, nei suoi solenni cinque minuti e mezzo di durata rappresenta il manifesto dell'intero progetto. Chiude 'Chemical Cave' ed è come se il viaggio non fosse mai cominciato tante sono le idee che ancora circolano nella nostra mente. Il mixaggio di Zach Ohren, in passato al fianco tra gli altri di All Shall Perish e Decrepit Birth, è servito a ?staccare? molto dal cantato di Alex Hofmann, sempre imperniato su liriche a sfondo religioso e decadente, e le complesse trame strumentali. Un album grandioso per chi non ama porsi limiti.