Gli autori di 'Hell Holes' proseguono per la strada dell'autoproduzione e danno alle stampe altre tredici tracce di sostanza confermando le sensazioni positive di due anni fa. Il primo riguarda i suoni decisamente migliori rispetto al passato, il songwriting è più coraggioso e le citazioni di Velvet Underground e Therapy? meno campate in aria. Soprattutto 'Crimson Within' ama muoversi su territori new wave, giocando con pellicole cinematografiche, riflessi inattesi e stacchi ritmici che esulano dalla linearità delle melodie. Alcune rimangono in testa, altre meno anche se la coesione dell'album è indubbia e, se è vero che Riccardo Ponis si è ispirato agli scritti ed alle creazioni del padre defunto, allora questa colonna sonora di vita vissuta potrebbe trovare riscontro in molte persone. Al suo fianco troviamo Paolo Alvano dei Kardia, nelle vesti di arrangiatore, chitarrista e bassista, e Valerio Fisik che ha prestato il suo HombreLobo Studio per le sessioni di registrazione. La title track, 'Be My Bloody Baby' e 'Let Me Feed' i pezzi che ho amato di più.