Dalle parti di Leeds deve aleggiare nell'aria una certa dose di rabbia repressa e di sana schizofrenia se ha dato i natali ad un gruppo come gli Hawk Eyes che, con il nuovo lavoro ‘Everything Is Fine’, hanno ancora una volta confermato al pubblico la loro unicità ed eccentricità fatte di sonorità che spaziano dall’hard rock al punk strizzando l’occhio anche ad alternative rock, stoner e metal. Se nei precedenti lavori ‘Modern Bodies’ e ‘Ideas’ potevamo scusarli di essere ancora ragazzi alla ricerca di un proprio sound e con la voglia di sperimentare, nel terzo album la pazzia rimane ma testi e sonorità vengono affrontati in maniera più matura parallelamente ad un songwriting più ragionato. La ricerca e la fusione di soluzioni prese da svariati generi musicali continuano anche in questa ultima fatica caratterizzata da riff di chitarra potenti e graffianti e da un cantato che ricorda Queens Of The Stone Age e System Of A Down. Se ‘The Trap’ incede grazie ad un groove lento e di matrice stoner, ‘The Ambassador’ e ‘Permission’ si attestano su atmosfere punk e post hardcore mentre il singolo ‘Die Trying’ e ‘The Ballad of Michael McGlue’ piaceranno agli amanti dell’indie e dell’alternative rock. Il plauso personale di chi scrive va alla title track che non si risparmia due o tre schitarrate ben assestate. Aspettiamo quindi di vedere i quattro ragazzi a giugno di supporto ai Metallica sperando che non siano solamente i potenti raggi del sole a farci andare fuori di testa.