I canadesi rispondono alle critiche ricevute da ‘Waiting For The End To Come’ attraverso un album più lineare che sfrutta al massimo le qualità di Oli Beaudoin. Il batterista è il vero protagonista insieme a Maurizio Iacono che ha registrato le proprie parti in compagnia di Mark Lewis (DevilDriver, Cannibal Corpse) mentre il resto della produzione è stato seguito come al solito dal chitarrista Jean-François Dagenais (Misey Index, Malevolent Creation). Del mixaggio si è invece occupato Andy Sneap (Megadeth, Exodus) che ha lasciato emergere tutti gli strumenti in nome dell’organicità riuscendo ad evitare forzature o passaggi troppo boriosi. In tal senso anche la band ha saputo affinare ulteriormente il songwriting e questo è un dato rimarchevole considerato che non siamo al cospetto di musicisti all’esordio. Ognuno dei dieci pezzi presenti in scaletta si rivela un concentrato di riff, assoli, stacchi ritmici tiratissimi ed interventi vocali brutali con ‘Breaching The Asylum’ e ‘Marching Through Graveyards’ che potrebbero essere prese ad esempio per sottolineare l’abilità del death metal di aggiornarsi pur rimanendo fedele alle origini. Stupefacenti anche ‘The Black Sheep’ e ‘Thy Serpent Tongue’ impreziosite da una performance sulle righe del frontman che non conosce ostacoli e rischia seriamente di superare nelle preferenze degli appassionati colleghi fino a questo momento più quotati. Se il metal estremo è ancora vivo in parte lo dobbiamo anche ai Kataklysm che non perdono l’occasione per distinguersi per efferatezza e cinismo.