Il gruppo dell’Ohio è sempre rimasto un gradino sotto i nomi tutelari del metalcore americano e non certo per mancanze tecniche o inconsistenza delle performance live. Al contrario il quintetto è una forza dal vivo. Semplicemente è mancato il vero capolavoro, quell’album in grado di distinguere la band nel panorama internazionale ed abbattere gli ultimi ostacoli. Quell’album potrebbe essere davvero ‘Deathless’ che risulta una bomba dall’inizio alla fine e sarebbe un peccato che pagasse la flessione commerciale del trend in questione. Ma andiamo per gradi perché la prima scelta importante dopo l’eccellente riscontro ottenuto con ‘Rise Of The Lion’ ed il tour di supporto agli August Burns Red è stata quella di tornare in studio con Joey Sturgis che aveva prodotto i primi due lavori, ‘Apologies Are For The Weak’ e ‘Monument’, e nel frattempo è diventato un produttore affermato specializzandosi nelle contaminazioni tra metal ed elettronica. ‘I.H.E’ setta subito gli standard di qualità della scaletta e ‘Trust My Heart (Never Hope To Die)’ mette in lucce i miglioramenti compiuti dal frontman Levi Benton che si alterna col bassista Ryan Neff per elevare ancora di più il grado di violenza delle ritmiche. Seguono ‘Psychotic Romantic’ e la title track che bilanciano ancora una volta aggressività tout court e ritornelli melodici capaci di lasciare il segno. ‘Bastards Left Behind’ è in assoluto l’apice dell’album insieme a ‘The Artificial’ con Jerod Boyd devastante dietro le pelli e lo spettro degli As I Lay Dying che finalmente si dilegua. Ci troviamo in definitiva al cospetto della release più completa e personale dei Miss May I. Sempre dedicata a chi ama il metalcore ma sicuramente predisposta ad allargare la fanbase ed accrescere la loro credibilità in altri contesti.