Attivi dal ‘78 e autori di uno degli esordi culto della NWOBHM, ‘Loose 'n Lethal’, i Savage hanno avuto la capacità di mantenersi a livelli considerevoli per un numero maggiore di anni del previsto. Con questo ‘7’ cercano di attirare nuovamente l’attenzione sul loro conto e per ottenere un riscontro maggiore di quanto avuto con ‘Sons Of Malice’ scelgono di affidarsi a dodici nuove tracce ed all’immediatezza di ‘Live N Lethal’. Un po’ Ozzy Osbourne, un po’ Metallica – che tra l’altro citano i Savage come una delle loro influenze più dirette – l’album si rivela estremamente compatto ma non per questo statuario e noioso come tante uscite di revival che troviamo nei negozi. Al contrario gli storici membri, il chitarrista Andy Dawson ed il frontman Chris Bradley, sanno combinare bene la storia che li ha visti protagonisti con uno sguardo interessato a quello che è successo nel frattempo. Con questo non è che ‘7’ proponga chissà quali novità ma trovatemi band speed metal moderne che possono vantare pezzi del calibro di ‘Speed Freak’, ‘Payback’s A Bitch’ e ‘Shake The Tree’. La più cadenzata ‘Super Spy’ è impreziosita dal più bell’assolo dell’album mentre ‘Empire Of Hate’, ‘The Road To Avalon (Sins of the Fathers)’ e ‘Heads Will Roll’ giocano col passato e con gli stereotipi per cui band come queste verranno sempre accusate ingiustamente di immobilismo.