Dubito che i gallesi riusciranno a risollevarsi dalla crisi di identità in cui sono terminati e sinceramente se fossi un’etichetta, soprattutto in questo periodo di vacche magre, farei fatica a puntare su un gruppo in crollo verticale dopo un promettente inizio. ‘The Poison’ è ormai lontano dieci anni e Matthew Tuck e compagni non hanno saputo bilanciare il proprio background di esperienze e influenze con l’esigenza di imporsi sul mercato statunitense vista l’inconsistenza della scena inglese. Pagine e pagine su Kerrang! non sono bastate a coprire i vuoti del songwriting e, prima delle registrazioni del successore di ‘Temper Temper’, Jason James ha mollato creando ulteriori problemi. Il posto di bassista è stato affidato a Jamie Mathias e dietro la console sono stati scelti Carl Bown e Colin Richardson che non ha certo bisogno di presentazioni. Al Metropolis Studio di Londra sono nate undici tracce tra le quali spiccano ‘No Way Out’ e la title track. ‘Army Of Noise’ guarda ai Trivium, ‘You Want A Battle? (Here’s A War)’ e ‘Broken’ fanno la voce grossa ma non offrono niente di più che un discreto metalcore con influenze thrash e quando la conclusiva ‘Pariah’ sfuma nel silenzio non si ha certo la sensazione di avere ascoltato materiale destinato a durare nel tempo.