Dicono di essere cinesi ma non hanno gli occhi a mandorla e vivono nel North Dakota. Si nascondono dietro a maschere o strani epiteti giusto per creare un alone di mistero attorno alla loro musica. E la loro musica è piuttosto buona anche se l'unico vero motivo per cui la Nuclear Blast abbia nutrito interesse nel metterli sotto contratto e ristampare 'Moonlover' pare essere quello di avere degli emuli dei Deafheaven in catalogo. La maschera lunare di Luis González Palma introduce visivamente queste sette tracce uscite originariamente per Northern Silence e mixate da Josh Schroeder che ricordiamo a servizio di The Burial e Beneath The Sky. 'Golden Number' è l'emblema della concezione di black metal, o dovrei dire post black metal, dei Ghost Bath che guardano più agli Shining ed ai Wolves Of The Throne Room che agli autori di 'Sunbather' e 'New Bermuda'. 'Happyhouse' è il momento più epico di quest'album che non vi cambierà la vita ma sa giocare bene con i sentimenti di angoscia e depressione con cui più o meno tutti noi prima o poi siamo chiamati a confrontarci. Prima che cali il sipario ci imbattiamo nelle due parti di 'The Silver Flower' e in 'Death And The Maiden' e cresce la sensazione che dietro a queste lunatiche e bizzare figure si celino delle giovani menti in grado sfruttare l'intelligente promozione per qualche altro anno.