Quando i vertici della Nuclear Blast hanno annunciato prima l'uscita di Victor Smolski dai Rage, poi la nuova line-up a servizio di Peavy Wagner ed infine che, più o meno contemporaneamente, sarebbero usciti 'The Devil Strikes Again' e l'esordio degli Almanac la prima domanda che mi sono posto è se il confronto si sarebbe livellato verso l'alto o verso il basso. Le ultime produzioni dei tedeschi non lasciano certo ben sperare ed il recente 'My Way' ha trasmesso più di qualche perplessità. Tocca quindi al chitarrista dimostrare di essere uscito vincente da uno split che probabilmente dal punto di vista economico non accontenterà nessuno dei due contendenti. Lo splendido artwork a cura dell'artista ungherese Gyula Havancsák (Wisdom, Annihilator) introduce un album in cui spiccano paralleli tra eventi storici e modernità oltre al connubio tra power metal, folklore russo e musica classica. Il songwriting non è sempre fluido soprattutto a causa del nutrito numero di ospiti che hanno permesso al virtuoso bielorusso di proseguire il concept di Lingua Mortis e la collaborazione con l'Orchestra Filarmonica Barcellona e la White Russian Symphony Orchestra. Al microfono si alternano Andy B. Franck dei Brainstorm, David Readman dei Pink Cream 69 e Jeannette Marchewka, al basso freetless troviamo il bravissimo Armin Ali? mentre la batteria è suonata da Michael Kolar e dietro alle tastiere si muove Enric Garcia. Una formazione di sicuro spessore che ci regala due ottimi pezzi come 'Self Blinded Eyes' e 'Hands Are Tied' ma anche diversi momenti di noia.