A dieci anni dall'esordio discografico il produttore tedesco sembra avere esaurito la propria ispirazione. Non si spiega altrimenti un full lenght nel quale sono presenti episodi costantemente riconducibili al passato con liriche incapaci di pungere ed un'effettistica sonora sentita e risentita. Forse la colpa risiede nello stato di confusione che la crisi del mercato ha generato nella scena ebm-industrial ma finora Faderhead si era sempre saputo distinguere tra tanti mestieranti o artisti di scarsa personalità. Purtroppo 'FH-X' si rivela una mera operazione di clonaggio che lascia atterriti considerato quello che era stato pubblicato in passato. L'unico passaggio che vale la pena ascoltare prende il nome di 'No Gods, No Flags, No Bullshit', originale uptempo di protesta che potrebbe attrarre i vecchi seguaci ma anche coloro si sono avvicinati da poco tempo al versante più harsh dell'elettronica. Le varie 'Generation Black', 'Electrosexual' e 'Escape Gravity' non sono altro che singoli già lanciati in precedenza con titoli differenti e idee riciclate e la seconda parte di album è di una piattezza irritante. Alex Montana e Oliver Beck si sono occupati delle parti di batteria, in 'Like A Rocket' compare la voce di Carmen Van Rensburg, il mixaggio è stato curato dallo stesso autore mentre il mastering è stato affidato a James Meeker. Puri dettagli tecnici di una release che delude dal principio alla fine.