Mi piace troppo il termine “swedish riff lords” con cui inizia la presentazione di 'Sword Songs'. Magari i Grand Magus non saranno il più grande gruppo proveniente da quella scena formidabile ma di sicuro negli anni hanno saputo costruirsi una invidiabile credibilità tra addetti ai lavori e pubblico. Questo perchè, qualità dei singoli musicisti a parte, il trio ha sempre messo avanti l'onestà, il rispetto per i propri fan e un messaggio chiaro e semplice da perfetti difensori della fede. Con il successore di 'Triumph And Power' le influenze viking metal sono state quasi del tutto messe da parte in favore di un approccio compositivo che deve tutto a Iron Maiden e Manowar. Immaginatevi le cavalcate di basso alla Steve Harris e le atmosfere epiche che hanno fatto la fortuna di Joey DeMaio e Ross The Boss per nove canzoni che prendono il meglio di 'Triumph And Power' e si spingono ancora più avanti in termini melodici. La performance dietro le pelli di Ludwig "Ludde" Witt è spaventosa e anche Janne "J.B." Christofferson ha compiuto progressi notevoli in termini vocali. E' chiaro che non siamo al cospetto di un cantante ultratecnico o multiespressivo ma le sue parti sono più articolate e per certi versi coraggiose. L'artwork è stato realizzato da Anthony Roberts mentre le registrazioni di sono svolte sotto la supervisione di Nico Elgstrand e Roberto Laghi che si è occupato anche del mixaggio esaltando pezzi come 'Varangian' e 'Forged In Iron - Crowned In Steel' nei quali ogni strumento è potente come se fosse suonato a due metri di distanza da chi ascolta. Nell'edizione limitata spicca la micidiale reprise di 'Stormbringer' dei Deep Purple.