Il nono studio album del gruppo death belga non aggiunge molto dal punto di vista formale a titoli quali 'Global Flatline' o 'The Necrotic Manifesto' ma in fondo il punto di forza di formazioni di questo tipo è proprio quello di offrire un punto di riferimento sicuro a chi crede nei valori della vecchia scuola. Il pezzo migliore del lotto è senza dubbio 'Coven Of Ignorance' che vede la presenza di David Davidson dei Revocation e ci regala un Ken Bedene sontuoso dietro le pelli, a tratti ci imbattiamo in qualche richiamo thrash e per il resto la scaletta è un omaggio al gore più ortodosso. Apre le danze 'Dellamorte Dellamore', che cita naturalmente Tiziano Sclavi e Dylan Dog, e la coppia di asce formata da Mendel bij de Leij e Ian Jekelis impiega poco a farsi intendere da chi si pone all'ascolto e nutre evidentemente un amore spropositato per tematiche horror. Sven "Svencho" de Caluwé bercia nel microfono e la sezione ritmica compie il suo dovere come da tradizione. 'Retrogore', 'Cadaverous Collection', 'Divine Impediment' e ancora 'Forged In Decrepitude' sono pezzi che potrebbero ben figurare in qualsiasi compilation death. Di oggi o di venti anni fa.