Da quando Andy LaPlegua si è trasferito dalla Norvegia agli Stati Uniti la sua carriera ha vissuto momenti di grande ascesa e notorietà anche se non sempre l’aggrapparsi a certi trend ha corrisposto a lavori in studio di eccelsa fattura. La sua tenacia è stata però ripagata e adesso 'This Is Where Death Begins' riassume un po' tutto quello che è stato il percorso artistico nello scenario industrial dell'ex Icon Of Coil, lo rafforza e lo ingigantisce, soprattutto lo rende penetrante per le masse ma altrettanto interessante per i seguaci della vecchia scuola. Il produttore e attuale chitarrista dei Filter Oumi Kapila e il batterista Joe Letz sono le altre due menti che si celano dietro ad un album destinato ad entrare nella storia e chiudere definitivamente la bara dell'ebm e del future pop. Potrete continuare a chiamarlo aggrotech o fare riferimento alle colonne sonore dei videogiochi ma il quantitativo di percussioni tribali, chitarre sbattute in faccia a velocità disumane, harsh vocals e melodie irresistibili non ammette repliche. Un mix tra Nine Inch Nails, Rammstein e Korn che lascia interdetti e viene presentato attraverso quindici tracce micidiali e, nell'edizione limitata che vi consiglio assolutamente, con un altro cd, 'History Of Madness: Old School And Rarities Live At Complex', e il dvd registrato lo scorso anno al Summer Breeze. Il riff di ‘We Are The Plague’ sembra scritto da Richard Kruspe, ‘Glitchteeth’ avrebbe potuto benissimo essere su ‘The Fragile’ e il cantato di ‘Destroy Everything’ ricorda quello di Jonathan Davis agli esordi eppure non c’è un solo momento dell’album in cui si avverta fastidio nell’imbattersi in una citazione. Non c’è senso nostalgico nè opportunismo nel prendere ispirazione da altri artisti ma solo determinazione nel volere scrivere le migliori canzoni possibili e diffonderle tra un pubblico più vasto del passato. Tra gli ospiti spicca la bellissima Ariel Levitan dei MXMS che impreziosisce ‘Exit Eternity’ e ‘Homeward’ ma anche 'My Life My Rules', 'Skullcrusher' e 'Blackened Heart' impiegheranno pochi secondi per contagiarvi. Il resto della scaletta è pieno di riferimenti a 'Everybody Hates You' e 'Making Monsters' ma senza alcun velo retrogrado a ricoprire le varie partiture ritmiche. Al contrario 'This Is Where Death Begins' è proiettato verso il futuro e se dobbiamo morire di qualcosa tanto vale morire di musica.