Un album complicato questo ‘Solas’, sia per la sua gestazione che è stata caratterizzata da numerosi problemi sia per la svolta, per certi versi inattesa, che ha contraddistinto il suono dei The Answer. I seri problemi di salute del figlio appena nato hanno spinto Cormac Neeson a profonde riflessioni e non a caso il successore di ‘Raise A Little Hell’, che in ogni caso non ha ottenuto il successo sperato, sia così diverso da tutti gli altri capitoli discografici della band di origini nordirlandesi. Il frontman ha compiuto un passo indietro, un po' come quando Robert Plant tornava nel grigiume delle Midlands o se la spassava assieme agli Honeydrippers, contagiando inevitabilmente anche gli altri membri. L’impatto con la moltitudine di influenze celtiche ed un Paul Mahon quasi irriconoscibile non sarà dei più semplici ma ‘Solas’ è il risultato di un lungo processo di catarsi, un’avventura sonora che li ha portati a trovare la luce e sentirsi veramente liberi in termini creativi. Se in passato i The Answer venivano visti come dei cloni degli AC/DC adesso il paragone con i Led Zeppelin è decisamente più adatto con l’epica ‘Battle Cry’ che rappresenta l’apice della scaletta insieme all’acustica ‘In This Land’. ‘Beautiful World’ è stata scritta con l’ex Massive Attack Neil Davidge mentre ‘Real Life Dreamers’ è un bollente blues che vede la partecipazione di Fiona O’Kane.