Sarà che ‘Starmourner’ ha avuto la “sfortuna” di uscire in contemporanea ad un capolavoro come ‘The Doomsday Kingdom’ ma sinceramente trovo che quest’album rappresenti un leggero passo indietro rispetto a ‘Moonlover’. I clangori industriali che aprono ‘Thrones’ sono semplicemente trionfali e l’assalto al limite del black della misteriosa formazione originaria del Colorado non ammette repliche di alcun tipo. La scaletta però risulta meno varia di quanto ci saremmo attesi e la produzione di Josh Schroeder un po' ripetitiva. L’album esplora i temi dell’estasi e della gioia invece del dolore e le grida insane del frontman trasmettono un senso di impotenza quasi surreale. ‘Seraphic’ e ‘Celestial’ rappresentano gli altri due apici di un susseguirsi di tracce che non concede tregua all’ascoltatore. Tecnicamente i ragazzi, la cui identità è tuttora sconosciuta, sembrano impressionanti e proprio per questo motivo era lecito attendersi un capolavoro di musica estrema e non un album di transizione. Resta la curiosità di vederli dal vivo.