Sono rimasto impressionato da ‘Your Wilderness’. Sai sempre spingere avanti la tua band sia musicalmente che liricamente. Qual era la tua visione stavolta?
Sono felice che ti piaccia. Ricordo un momento dopo ‘Magnolia’ in cui ero seduto al fianco degli altri ragazzi e dicevo loro che non ero in grado di scrivere un altro album. Non volevo pubblicare un altro ‘Magnolia’ ed ero spento. Sentivo che la band aveva completato il proprio viaggio. Fortunatamente l’ispirazione è tornata e ho ricominciato a scrivere. Ho deciso di compiere un passo indietro in termini di performance e perdere un pò di controllo rispetto al passato. Ho realizzato che ero circondato da musicisti fantastici, anche migliori di me, e ho lasciato loro alcune incombenze. Vorrei averlo fatto prima a dire il vero. Quando scrivevo i pezzi di ‘Your Wilderness’ non pensavo troppo a quello che stavo facendo. Avevo un concept ma ho lasciato che tutto fluisse naturalmente e senza alcuna pressione.
Puoi darci qualche dettaglio in più sulle collaborazioni dell’album?
A parte noi tre l’input maggiore è arrivato da Gavin Harrison. Eravamo senza batterista e gli abbiamo chiesto di suonare sull’album. Quando ha accettato ero sulla luna. Ha portato un quantitativo enorme di energia a tutta la band e mi ha anche aiutato a produrre un paio di pezzi. È stato un eccellente rapporto di lavoro. Il mio amico Darran Charles ha aggiunto qualche parte di chitarra. Per quanto concerne Geoffrey Richardson, che si è occupato degli arrangiamenti degli archi, lo avevo ascoltato su un vecchio album brit pop di Nick Heyward. È solo quando ho chiesto informazioni su di lui che ho realizzato che suonava nei Caravan. Pensa che il primo concerto in assoluto della band è stato a supporto dei Caravan. Infine la collaborazione con John Helliwell è la classica operazione da fan. Amo i Supertramp e non puoi capire la mia gioia quando ha accettato di suonare su ‘Your Wilderness’. Ci siamo incontrati a Manchester ed è stato un grande giorno. É un uomo adorabile.
So che c’è anche un concept fotografico dietro all’album…
Sì e il lavoro di Carl Glover si adatta alla perfezione alle canzoni. ‘Wilderness’ rappresenta la vita. In copertina la madre ed il bambino sono spaventati dalla montagna. Soprattutto la posizione della madre mi ha colpito perché ha paura per sè e per quello che può succedere a suo figlio. Con il resto del disegno si intrecciano anche i temi dei rapporti sociali, della riconciliazione e dell’alienazione.
C’è un collegamento tra il tuo album solista e ‘Your Wilderness’?
Mi ha dato modo di separare la mia mente musicale in due. L’album solista descrive la parte più leggera del songwriter che c’è in me. Con la band sono libero di fare quello che voglio in una ottica veramente prog. Pubblicare ‘Bruce Soord’ ha dato ai due aspetti un’identità forte. Qualcosa che un tempo facevo fatica a contenere solo nei The Pineapple Thief.
Se dovessi scegliere un pezzo per descrivere l’album a qualcuno di totalmente profane su quale punteresti ciecamente?
Probabilmente ‘In Exile’ per copre tutte le basi.
Hai notato delle differenze in fase di registrazione?
Abbiamo iniziato a registrare nei nostri studi personali. Gavin ha questo incredibile studio a casa sua in cui puoi ottenere suoni fantastici. Il processo è stato rilassato. Ho scritto le canzoni e aspettato che gli altri mi inviassero le loro parti. Le ho inserite nel mix ed era tutto perfetto. Le linee vocali sono nate cantando con la chitarra acustica prima di entrare in studio. Per essere sicuro che un pezzo sia valido ho bisogno di trovare un ritornello che mi piaccia sul serio. Ne ho comprata una baritona appena tornata dal tour con i Katatonia.
Quanto è importante per te che emerga la tua originae anglosassone dal punto di vista artistico?
Credo sia il mio codice genetico. Da sempre la scena musicale inglese è ricchissima e anche nelle città più piccolo, io per esempio sono cresciuto a Yeovil, i ragazzi suonano quasi tutti. Questo rappresenta una spinta importante a dedicarsi alla musica. Non ho mai espresso in maniera conscia il desiderio di essere inglese. Lo sono e basta. Nel tempo ho imparato ad usare la mia voce in maniera migliore. Adesso so esattamente come ottenere il massimo e lo stile della mia musica, più o meno malinconico, riflette tale consapevolezza.
Cosa pensi della Brexit?
E’ una catastrophe. Mi vergogno di quello che è successo. Non sarebbe mai dovuto accadere. Sto facendo una t-shirt con scritto “I voted to stay!”. Mi sento un cittadino del mondo.
Come bilanci lavoro e famiglia?
In questo momento la musica è il mio lavoro a tempo pieno. Mi occupo di produzione e mixaggio durante il giorno e sono molto più libero di comporre. C’è meno pressione di sicuro.
Quali sono i momenti più memorabili della tua carriera?
Incontrare Storm Thogerson per l’artwork di ‘Someone Here Is Missing’ ma anche recentemente John Helliwell. Il nostro primo concerto con I Caravan con tanto di coda al nostro stand del merchandise. Questi sono gli eventi più memorabilia. E’ una vita straordinaria e amo ogni secondo che passa.
(parole di Bruce Soord)